Decifrare un’opera o un testo antico può sembrare un’impresa disperata, eppure nel tempo, molti uomini e donne hanno perseguito l’arduo obiettivo. Il desiderio intimo che anima questo tipo di studio è capire la storia, chi siamo e da dove veniamo; altro scopo, quello di ridare vita al pensiero dei nostri antenati, al loro linguaggio e comprendere, sia pur parzialmente, la loro visione del mondo.

Decifrare è una meta affascinante. C’è qualcosa di magico in una scrittura o in un’opera sconosciuta, specialmente se risale a un tempo remoto.
Per rientrare in un mondo più vicino alle fonti originarie, l’operazione della decriptazione è fondamentale; il desiderio di svelare messaggi nascosti è profondamente radicato nella natura umana ed è per questo, che in ogni opera d’arte si nasconde sempre la memoria più profonda dell’artista, che se disvelata, accresce il valore dell’opera stessa.

Seven Art, le sette arti ha come obiettivo quello di contemplare al suo interno tutte le forme d’arte: dalla digitale alla contemporanea, dall’arte moderna alle old master.

La sua missione sarà anche quella di creare con gli artisti un dialogo, un filo conduttore culturale, riportando in una sofisticata ed innovativa piattaforma tecnologica,  quell’humanitas che in una era estremamente digitalizzata sarà preziosa, per restituire il senso analitico e sapienziale della realtà. 

Seven Art sarà inoltre, uno scrigno di raccolta delle varie forme artistiche, dove l’umano ritornerà al centro, sebbene all’interno di un contesto tecnologico. 

La cultura è l’arte di saper rendere chiaro quel che si esprime. E’ un linguaggio di parole ed immagini, che di fatto non va verso il futuro, ma verso la fonte originaria in potenza. La vera cultura è verticale ed è quest’aspetto che la rende unica e universale. 

Attraverso lo studio di decriptazione, come dei segugi, cercheremo la firma dell’autore e la data, analizzeremo le immagini nascoste all’interno dell’opera e troveremo quel filo della memoria che non muore mai e che è sempre presente, basta solo riportarlo alla luce.  

Attraverso la decriptazione delle opere d’arte, oltre ad approfondire l’aspetto psicodinamico dell’opera, man mano che si compirà il viaggio a ritroso nel tempo risulterà evidente che  il pensiero dell’artista è nascosto e  spesso in contraddizione rispetto alla lettura apparente dell’opera. 
La tecnica che useremo sarà interdisciplinare e dialogica: agiremo entro la terra di confine accademica nota ai più, ma faremo anche ricerche di frontiera poiché capaci di entrare in contatto con altre conoscenze, che permetteranno di andare oltre quella linea.

Attraverso la decriptazione, l’opera d’arte sarà osservata con la stessa lente d’ ingrandimento del suo tempo di creazione, dove non esistevano tecnologie come quelle che attualmente si usano nei laboratori; in un gioco di parole, per capire ed entrare profondamente nell’opera è basilare rimanere in superficie.

 E’ necessario applicare la stessa tecnica impiegata per esempio, nel Medioevo o nel Rinascimento.

 Nel mondo antico (si pensi alla crittografia che risale almeno ai tempi di Erodoto), non possedendo strumenti tecnologici utilizzavano le conoscenze e le tecniche dello svelamento, il cui significato è togliere il velo dagli occhi. Questo metodo consiste nel mettere in rilievo l’immagine dissimulata e non quella illusoria simulata. Da Giotto a Caravaggio, gli artisti conoscevano perfettamente tutte le tecniche illusionistiche che ingannano la mente, che naturalmente tende ad agganciarsi alla soluzione più semplice, più evidente e più facile da comprendere, nascondendo la vera immagine dell’opera.  

 

Le immagini criptate sono presenti sulla superficie del colore, dove gli artisti, con una sola pennellata, riuscivano a creare l’immagine apparente e quella criptica. Oggi, con le sofisticate tecnologie, l’eccessiva capacità di penetrazione dello strumento fa perdere il messaggio decriptato, con conseguenze che distruggono il vero significato dell’opera; per questo il problema del restauro è enorme.

 

E’ noto come sussistano infinite ragioni per cui si vuole conoscere e accertare la maternità e il conseguente valore di un’opera d’arte: ai fini dell’acquisto o della vendita, come valutazione del nostro patrimonio o magari a fini ereditari, o per identificare il vero dal falso a seguito di ritrovamenti da parte dell’intelligence  che opera nel recupero dei beni culturali. 

 

La decriptazione delle opere d’arte è fondamentale quindi, anche in termini economici.

Per capire il valore di un’opera, tanti elementi sono da considerare. Se per esempio un dipinto è di Leonardo, ma dallo studio dei laboratori specializzati si evidenzia che sono intervenuti tanti rimaneggiamenti, restauri e rimane della mano di Leonardo ben poco, il prezzo ovviamente non è uguale rispetto al quadro integro; nonostante ciò, anche nel caso in cui il quadro avesse perso gran parte della sua forma originaria, ma dalla stessa affiorasse un dettaglio nascosto, che indicasse in maniera evidente, il pensiero ed il messaggio dell’artista, l’opera avrebbe un valore economico più alto, rispetto ad una  valutazione avvenuta  sotto un aspetto puramente tecnico-formale. 

 

La decriptazione nell’ambito di una collaborazione dialogica completa, ai fini della certificazione dell’opera d’arte potrebbe rappresentare, quell’elemento dinamico capace di far rifiorire e rinascere l’opera, un plus di valore vitale ed economico. 

Giuliana Poli

Giornalista e scrittrice. Coordinatrice di progetti editoriali e di progetti speciali per la Società Dante Alighieri.
Membro permanente del progetto di analisi e sviluppo, per progetti sulle nuove tecnologie, per la certificazione di opere d’arte, con tecnologia blockchain. Membro del Comitato scientifico del Progetto Seven Art della Seven Business srl, per la vendita di opere d’arte fisiche e digitali. Collaborazione, analisi e sviluppo di progetti per tokenizzazione di opere d’arte e creazione di NFT. Ideatrice e responsabile della Rubrica “Decriptazione delle opere d’arte”.